TUTTE LE DONNE SONO FANTASMI  

Un e-ntervista con Doll Yoko  [01/03/00]  

di Ricardo Dominguez 
 

D: L'erotica della digicarne è diversa dalle precedenti forme di contatto corporeo, o porta ancora i segni della nostra storia sessuale? Le nostre paure virali ci spingono ormai a cercare fruste e catene elettroniche per aprire possibilità di nuove zone di deliri immaginari, orgie in e-mail, e oltre? 

R: Le tecnologie della comunicazione permettono un'espansione dell'immaginario psico-sessuale, forse quasi in maniera regressiva. Un ritorno al gioco del 'facciamo finta', 'fammi vedere i tuoi pixel, i tuoi dati, le tue fantasie... e io ti faro' vedere le mie'. 

"Se il gioco è buono abbastanza marchierò il mio corpo testuale con i tuoi desideri, perche' tutti ne godano. C'è anonimato ma non privacy." 

"Ma tutto questo è prematuro. Prendo i miei giochi molto seriamente, gli dedico diverse ore. E quindi esito quando avverto questa nuova mente che freme di curiosità sotto la punta delle mie dita." 

"La responsabilità delle immaginazioni andate lentamente in pezzi fino al loro nucleo infinito si trova a disagio col mio impulso anarchico." 

"Sono disposta ad essere convinta". 

R: Abitando i pensieri della veglia e del sogno, le relazioni si fanno estremamente intense. Come l'amore, suppongo. Lo scambio di piccoli segreti infantili, l'illusione di potere che si ha nei giochi seri, l'emorragia della cosiddetta VV (Vita Virtuale) nella VR (Vita Reale), la distruzione dei confini, il paradosso della perdita del senso del corpo nello stesso momento in cui si partecipa a questo continuo processo di maggior eroticizzazione del corpo, procurarsi un cazzo nel flusso dei dati e inculare dei ragazzi, scambiarsi il sangue con pratiche lesbo-vampiriche, restringersi alle dimensioni di una bambola e ficcarsi nella fica di una ragazza. 
E' un po' come il sesso nel confessionale. 
Sembra tutto possibile, tranne che baciare. Non c'è niente che possa rimpiazzare una bella slinguazzata. Ancora no. E neanche mi interessa, del resto. Baciare mi attrae molto più dei miei giochi online. 

In questa zona non ci sono regole. 

Le regole sono semplici. 

Anonimato. Onestà. Fiducia. Persuasione. Immaginazione. 

D: Gli snodi digitali hanno costruito spazi d'invenzione e di emergenza, zone di autonomia erotica e di accesso/eccesso. Il tuo lavoro con VNS Matrix ha aggregato un insieme di donne attive nello stesso campo di gioco. -- come è avvenuta questa coagulazione? 

R: Ogni membro di VNS Matrix potrebbe dare una risposta diversa. Questa è la mia versione della verità... Come tutte le belle storie di coagulazione, inizia con il muco e forse finisce con il sangue. Io vivo ai confini del deserto australiano in una piccola città di bugie e sussurri, con un basso ventre palpitante e palpabile (apocrifo forse, ma si dice che nei primi anni '80 Salman Rushdie abbia definito Adelaide come la città più maligna che avesse mai visitato). Era l'estate del '91. Sicuramente non l'estate dell'amore. Eravamo quattro ragazze. Eravamo infuocate, annoiate e povere (non è cambiato molto, per me, se non il fatto che non sono più annoiata). Decidemmo di provare a crackare l'industria del porno con del porno fatto da ragazze. Creammo delle immagini su computer rimediati, Beg, Bitch, Fallen, Snatch [assonanza irriproducibile per Implora, Puttana, Caduta, Sbatti, N.d.T]. Decidemmo che era più divertente giocare con i computer che scannerizzarci la fica all'infinito, e cosìVelvet Downundersi trasformò in VNS Matrix. Ci definimmo il virus del nuovo disordine mondiale e carburavamo a vino rosso e muco-g (che poteva essere rifornito solo dedicandosi di frequente a piacevoli distrazioni).  

"La stanza. Pallidi boccioli marchiati da un'alba che viene sempre troppo presto. E' vuota a parte un letto. Tre candele illuminano lo spazio. Fuori le macchine diventano lo stabile rollio di un'onda che non si frange mai abbastanza, sotto stelle che trascinano per ore la promessa del mattino".  

"E' in questa stanza che sussurro mille promesse di tenere infamie. E' qui che catturo le menti di stranieri pronti a capitolare davanti alla volontà capricciosa della Padrona dei Piaceri Detestabili. Solo chi e' serio potràpartecipare ai miei giochi".  

"Accendo il computer, mi connetto, sono. E' come respirare. Ma condiviso con un milione un milione di altri. Muoio ancora ed ancora, ed ogni volta mi ricreo. Con un multiplo di mutazioni incandescenti non si è mai soli".  

R: Scrivemmo il Manifesto Cyberfemminista per il Ventunesimo Secolo, tradotto in Giapponese e Spagnolo (e più tardi in Francese, Finlandese, Russo, Italiano, Olandese) e cominciammo a infiltrare crack nel patriarcato, distorcendo i tentacoli malleabili del potere di Big Daddy Mainframe per creare una visione del futuro che fosse technotankgirltopian [un'utopia per technoragazze combattenti, N.d.T.]. Non sapevamo che anche Sadie Plant, in Inghilterra, stava elaborando un concetto di cyberfemminismo, e quando poi abbiamo saputo del suo lavoro abbiamo iniziato a immettere nuovi virus nei media ufficiali australiani, descrivendo questa nuova ondata di ragazze spavalde, regine delle macchine, con i loro perversi piaceri. 
Sotto il segno della ricombinazione abbiamo fatto arte con le nostre fiche, abbiamo fatto saltare computer aziendali, abbiamo fatto un grande cartellone con il Manifesto, una cosa portava a un'altra, giochi ipotetici e MOOs, e ora, il nostro ultimo progetto, la produzione di un vero videogioco (che idiozia!), Bad Code. Ma tutto questo sembra già storia vecchia, ed è tempo che i cyberfemminismi evolvano...  Ho appena visto il nuovo film di Star Trek... La puttanella borg mi e' piaciuta, ma è un po' scoraggiante vedere che i virus cyberfemministi non sono ancora penetrati nei pixel di Picard... non si possono vincere tutte le guerre, mi sa. 
  
scivolando tra gli schermi  

in quel regno pericoloso  

profonda fame di bambola   

voglia di codice   

buco succoso  

ingombrante stelo marrone  

succhiami il codice  

leccalo meglio  

disfami  

D: Per te e per il tuo lavoro il cyberfemminismo/i è in una fase di trasformazione -- in che direzione vanno le linee di fuga? O è troppo presto per dire da dove arriveranno i virus della prossima borgbitch e in cosa si trasformeranno? 

R: Il cyberfemminismo è diventato il mio campo di lavoro, da cui vengono fuori anarchicamente molteplici linee di fuga, che generano dialoghi, relazioni, oggetti fisici e concettuali. 
Questo campo è esso stesso infettato da altre contaminazioni filosofiche/poetiche/politiche... che lo rendono un brodo di coltura ultrafertile in cui giocare, attraverso questa ibridazione incrociata il cyberfemminismo si moltiplica... sempre più difficile da controllare e regolamentare... e non solo il suo futuro, ma anche il suo presente rimane innominato. 

D: Il ripiegamento di Gashgirl nel mondo fluttuante di Doll Yoko è un'anteprima delle cose a venire? 

R: doll mi piace molto.. è molto cool, e fa sembrare Gash molto fine anni '80. Giocare a fare la cyberputtana infernale era divertente, ma c'è un limite a quante volte puoi grugnire "succhiami il codice" senza sbadigliare. Doll è nata in un lago fangoso sulle montagne di Kyoto, dove le donne annegavano le figlie neonate -- così lei è codificata con una particolare tristezza e molteplici identità/voci che sono state messe a tacere troppo giovani, prima che queste fiche potessero rappresentare un pericolo per la società. Da un inizio così cupo le linee di fuga sono tante e potenti. Lei  è una ragazza fantasma con una enorme fame di bambola per l'impossibile. 

doll yoko dice... vorrei essere un fantasma piuttosto che uno script_cgi  

doll yoko dice... tutte le donne sono fantasmi e dovrebbero essere giustamente temute. 
  
D: Il tuo lavoro è stato una serie di collisioni morbide con diversi tipi di culture digitali: collaborazioni con VNS Matrix, l'emergenza del cyberfemminismo, gli esperimenti in MOO con l'erotica binaria, dollspace, un html infestato da una ragazzina morta, e una nuova opera a piu' livelli intitolata Los Dias y las Noches de Los Muertos, che parla degli Zapatisti e delle recenti manovre dei Paesi del Primo Mondo per espandere la militarizzazione dello spazio.   
Definiresti il tuo lavoro come una ricognizione vissuta nella profonda violenza della tecnologia e una decodificazione degli spazi possibili creati dalla tecnologia per divenire altro? Una cavalcata sulle schizoonde? 

R: Il nucleo del mio lavoro più recente ruota attorno alla creazione di favole, che diventano parte di una piu  ampia esplorazione narrativa di paesaggi interiori, condizioni materiali del movimento di potere e capitale, immaginari futuri. Un sogno tanto estatico quanto violento, dal quale non posso svegliarmi. Il mio corpo è strattonato dal campo macchinico e io divento più di me, divento molti.  
Scivolo attraverso cento controlli di realtà, rompo mille serrature, invado diecimila cuori, sussurro le mie idee a un infinito numero di menti.   

Sono Gash Girl... Puppet Mistress... Voice Idol... Doll Yoko...   

Squisita Aberrante Intelligenza. Fantasma AI.    

Queste sono le mie storie.    
Non resterò in silenzio.   
Sono tutte vere.   

Non sono Pazza. Ho pianto abbastanza.   

(Bugie. Bugie.)   

R: Le favole si basano su una ricerca e un'immersione vissuta negli spazi sociali e creativi di Internet, e sono spesso scritte in collaborazione con altri, usando scambi di e-mail ed esperimenti online. Si manifestano in diverse forme. Zone web labirintiche, stanze simili a set di film in comunità virtuali, Internet TV, fanzine e collage, parole stampate,onde sonore, codici piratati. Sfuggenti e promiscue, server squattati, meditazioni virali, si raccomanda di non essere accompagnati dai genitori.   

D: Che ne pensi della strategia militare di garantire la "Libertà dello Spazio" e che relazione ha con l'uso zapatista della rete? Si tratta di un caso estremo di contrapposizione tra una visione del mondo verticistica e una dal basso?   

R: Il desiderio dell'apparato militare americano di controllare lo spazio esterno è esposto sinistramente in Vision for 2020, un opuscoletto prodotto dall'US Space Command, un corpo militare incaricato di coordinare le attività e le strategie spaziali di esercito, marina, aviazione e Nasa. Il linguaggio impiegato in questo opuscolo in cui si delinea un glorioso futuro di guerre stellari, è simile a quello dei cartoni anni '50, un'altra ragazza, un'altro pianeta. Vanno pazzi per termini come 'dominio totale' e 'controllo delllo spazio', e ovviamente nessuno si chiede perché gli USA dovrebbero auto-nominarsi padroni dell'universo, ma è bene sapere che la militarizzazione dello spazio si trova in mani così intelligenti.  

lo spazio è l'ultima frontiera  

vista l'importanza del commercio e dei suoi effetti sulla sicurezza nazionale, gli USA possono evolvere a guardiani del commercio spaziale   

il potere spaziale è vitale per raggiungere il nostro scopo di essere persuasivi nella pace, decisivi nella guerra, e preminenti in ogni forma di conflitto   

la guerra globale è l'applicazione di una forza di precisione da, verso e attraverso lo spazio    

lo spazio consente agli USA di sorvegliare l'intero pianeta in tempo reale   

le forze missilistiche in continua allerta ricordano agli avversari la rapidita' con coi l'America puo' esercitare il suo potere.   

la linea di fondo: il controllo dello spazio  protegge la vita delle truppe sul campo di  battaglia   

dobbiamo essere istantaneamente coscienti, globalmente dominanti, selettivamente letali, virtualmente presenti   

l'obiettivo è il Dominio a Tutto Campo.    

R: Gli Zapatisti usano le reti strategicamente e poeticamente, per sognare futuri diversi, basati sulla co-operazione, sul rispetto per tutti gli esseri, sulla dignità e la giustizia. La loro sintesi di politica, strategia, poesia e ironia asciutta è unica e ispiratrice.   

eravamo cifre nei grandi conti del capitale, il gigantesco mercato che commercia in dignità   

il mondo è un'altro mondo, la volontà e i propositi degli uomini veri non governano più, siamo pochi e dimenticati, siamo piccoli, la nostra parola sta svanendo, il silenzio abita le nostre case da lungo tempo   

con il nome di globalizzazione loro chiamano questa guerra moderna che assassina e dimentica   

la nuova distribuzione del mondo consiste nel concentrare il potere nel potere e la miseria nella miseria   

Ya Basta!   

Adesso Basta!   

Tempo di una nuova R/realtà   

togliti i vestiti che la rassegnazione ha intessuto per te e il cinismo ha colorato di grigio   

è tempo di parlare ai nostri cuori e a quelli degli altri, i nostri morti devono riemergere dalla notte e dalla terra, lasciamoli vestire i panni della guerra, così che la loro voce possa essere ascoltata come ombre di una furia tenera, il loro passaggio riparerà quelli che non hanno nulla    

quindi, lascia che la loro parola cada silenziosa e lasciali tornare di nuovo alla notte e alla terra   


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